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Gli estratti pubblicati sono soggetti a Copyright. E' possibile stampare o diffondere gli stessi in internet, purchè non modificati e semprechè espressamente riferiti all'autore. LA CROCE DI SPINE |
L’INQUIETANTE IPOTESI
Chiusa la breve ed enigmatica parentesi letteraria, ed individuata in Gamala la vera città di provenienza del messia, ritorniamo al terribile Giuda per notare una strana ulteriore coincidenza. Come già accennato, l’appellativo del terribile fondatore della setta zelota era "Galileo", nonostante nulla avesse a che fare con la regione della Galilea in quanto Gamala si trova nel Golan. Ma “Galileo” non era anche l’appellativo riconosciuto al Gesù dei Vangeli ed ai suoi Apostoli? "In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo."(22); "....Una serva gli si avvicinò e disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!"..." (23); " ... Quando Pilato udì questo, domandò se quell'uomo fosse Galileo."(24). Ancora una volta, grazie a Giuseppe Flavio, scopriamo che l’appellativo riconosciuto a Giuda, a Gesù e ai suoi Apostoli non ha origine nell’appartenenza alla regione della Galilea ma in una ben diversa appartenenza…:
“Così per il popolo Simone era, fuori le mura, un nemico più terribile dei romani, mentre all'interno più feroci degli altri erano gli Zeloti, fra i quali si distingueva per i disegni delittuosi e per la temerarietà il gruppo dei Galilei; erano stati infatti costoro a portare al potere Giovanni” (25).
Ecco che l’osservazione “disincatata”, può portare lo studioso attento a nuove inaspettate sorprese! Comincia, infatti, a farsi strada un’inquietante ipotesi . Proviamo a ricapitolarne ancora gli elementi per sondarne la consistenza.
Dietro alle parole dell’”Unigenito Figlio di Dio” si nasconde un “Nazireo” o “Nazareno”, così detto non perchè fosse di Nazareth, ma per la sua appartenenza ad un ordine iniziatico-sacerdotale riservato a coloro che svolgono un ruolo di tipo carismatico e messianico. A confermare la pretestuosa attribuzione del titolo in base alla provenienza dalla città di Nazareth, è anche il Vangelo di Filippo che, al capoverso 47, così recita: "Gli Apostoli che sono stati prima di noi l'hanno chiamato così: Gesù Nazareno Cristo... "Nazara" è la "Verità". Perciò "Nazareno" è "Quello della verità"...". Tale “Nazireo” era in realtà originario di Gamala, il cuore del movimento zelota, da dove proveniva anche il suo fondatore Giuda al quale, peraltro, era accomunato, come i suoi Apostoli, dallo stesso appellativo di “Galileo”, indicante l’appartenenza all’ala più “temeraria” dell’organizzazione. L’approfondimento che proporremo sulla figura di questo Giuda e sulla sua famiglia riserverà molte altre sorprese. Infatti, indizi consistenti emergeranno dalle pieghe del “vestito divino”, cucito un po’ maldestramente dagli Evangelisti per nascondere la spada e coprire le “nudità” di un messia molto diverso da quello che, fin da bambini, vedevamo volgere gli occhi sofferenti al cielo, dalla cornice riposta sul comò della nonna. Prima di questo, però, ritorniamo ancora un momento sulla città di Gamala per sondarne, attraverso un ulteriore indizio, semmai ve ne fosse bisogno, la corrispondenza con la città di Gesù.
Il Vangelo di Tommaso ai versi 31 e 32 recita così: "...Gesù disse, "Nessun profeta è benvenuto nel proprio circondario; i dottori non curano i loro conoscenti... una città costruita su un'alta collina e fortificata non può essere presa, né nascosta"...". Parole di questo genere sono presenti già nei Vangeli di Matteo e Marco. È il famoso brano "...nemo profeta in patria..." che tutti conoscono, nel quale si parla della città di residenza di Gesù; il Vangelo di Tommaso, in associazione a tale brano, aggiunge la frase relativa alla "città costruita su un'alta collina e fortificata". Anche nei Vangeli canonici è presente una simile frase: "...non può restare nascosta una città collocata sopra un monte..." ma, per i fini di natura censoria, sono state operate due modifiche dagli autori dello scritto: la frase è stata separata dal brano che parla della città di Gesù, affinché non ci sia alcun riferimento con la stessa; inoltre è stato tolto l'aggettivo "fortificata", in quanto parlare di una città fortificata e costruita su un'alta collina, avrebbe costituito un richiamo fin troppo chiaro alla famosa Gamala espugnata da Vespasiano durante la tremenda guerra degli anni 66/70. Semmai vi fosse bisogno di dirlo, a Nazareth, naturalmente, non è stata mai rinvenuta alcuna traccia di fortificazione.
In ultimo, resta da fare una considerazione:
“Udendo queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni d’ira. Si alzarono, lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale era costruita la loro città, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Poi discese a Capernaum, città della Galilea, e qui insegnava alla gente nei giorni di sabato.” (26).
Ha senso dire “discese a Capernaum (Cafarnao)” per chi provenga da una città ad essa sovrastante e vicina come era Gamala (400 m s.l.m.) che da Cafarnao ( - 210 m. s.l.m.) distava, appunto, una decina di chilometri. Ha molto meno senso dirlo per chi provenga da Nazareth che si trova in pianura, a più di 30 chilometri da Cafarnao ed a sud di essa. |