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Yeshua

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LA CROCE DI SPINE

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YESHUA BEN PANTHERA O BEN STADA

 

Nel difficile intento di pervenire ad un’identificazione biografica certa e compiuta del messia di Aronne, la prima e già accennata difficoltà che si pone all’interprete è data dall’impossibilità di distinguere le testimonianze vere da quelle costruite sul risentimento verso la figura del messia cristiano, al fine di inficiarne l’immagine.

Bisogna considerare, a tal proposito, che l’ebraismo non confluito nel giudeo-cristianesimo e più tardi nel cristianesimo romano e universale, all’epoca della compilazione del Talmud (VI- V secolo d.c.) aveva i suoi buoni motivi per delegittimare quella che per un verso fu una scelta scismatica e apostatica, e per l’altro una minaccia dalla quale difendersi.

In tale periodo, tuttavia, considerando il buio storico e culturale successivo alla grande distruzione e la probabile cancellazione di buona parte della memoria storica, le reminiscenze sugli interpreti dei grandi ruoli messianici, per i curatori degli scritti rabbinici potrebbero essere quasi svanite lasciando a questi l’unica possibilità di prendere per buona la storicità del Gesù dei Vangeli, ostentata dai nemici cristiani, per controbatterne poi la sacralità attraverso parodie e denigrazioni.

Se storici ed esegeti di scuola cristiana tendono ad estremizzare tale interpretazione degli scritti rabbinici per privarli di qualsiasi attendibilità testimoniale, altri, più liberi da preconcetti e più disposti all’analisi obiettiva dei passi, potrebbero ravvisare in essi straordinari punti di contatto con le scritture neotestamentarie, pur consapevoli dell’accennata contaminazione alla quale, tuttavia, non è poi da riconoscere un effetto totalmente devastante.

I temi critici ricorrenti della letteratura rabbinica sono essenzialmente quelli della nascita illegittima e della malvagità riscontrata nell’attività di mago o stregone.

Non si registrano, invece, fondati cenni critici riferiti alla pretesa di divinità (139) e ciò depone a favore di un’autenticità almeno parziale dei brani rabbinici, in quanto lascia supporre una formulazione degli stessi (in seno alla tradizione orale) in epoca antecedente agli sviluppi del primo cristianesimo (140).