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Yeshua

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LA CROCE DI SPINE

Ritorna al capitolo: Gesù Barabba

Note al Capitolo 6 (sono presenti le sole note richiamate nelle parti pubblicate)

 

28) “Iesoun Barabba” è la versione in lingua latina, presente nel Novum Testamentum Graece et Latine di Ihsoun Barabban così come appare, ad esempio, nel Codex Koridethianus (VII- X sec.), nei gruppi di manoscritti minuscoli f1 e 700 (XII sec.), nella versione del nuovo testamento siro-curetoniana e in quella leggermente più antica siro-sinaitica (IV- V secolo), in alcuni manoscritti armeni e georgiani e in un passo di Origene presente nel Commentario a Matteo: “…mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: chi volete che vi rilasci, Gesù Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”. Curiosamente, lo stesso autore nel Contra Celsum fa un passo indietro, non assegnando più a Gesù l’appellativo di Barabba dal quale, invece, lo distingue. Tale ripensamento, che potrebbe aver inaugurato la tradizione “censoria” raccolta dai manoscritti neotestamentari delle generazioni testuali successive, è tipico di Origene che, a dire di Bruce M. Metzeger, in Il testo del Nuovo Testamento, cit., pg. 91, “di rado cita due volte un passo esattamente con le stesse parole”.

 

29) Tra le due espressioni, ne esistono varie altre che, nel tempo e in più versioni testuali, hanno fatto riferimento al nome "Barabba" come nome proprio o soprannome. Tutte però ne sottolineano la notorietà.

 

30)eicon de tote desmion epishmon Ihsoun Barabban, ostiV hn dia stasin tina genomenhn en th polei kai jonon beblhmenoV eiV julakhn": "il quale era stato messo in carcere in occasione di una sommossa scoppiata in città e di un omicidio".

 

31) Mc., 15:7.

 

32) Mt., 27: 16.

 

33) Gv., 18: 40.

 

34) R. Calimani, Paolo, cit., pg. 97.

 

35) Il grande afflusso di pellegrini a Gerusalemme, in occasione dei sette giorni previsti per la celebrazione delle festività pasquali, era visto dai ribelli come utile occasione di coinvolgimento popolare nelle rivolte a sfondo insurrezionale, nelle quali, peraltro, si poteva approfittare delle difficoltà di intervento da parte delle forze di occupazione, per via della moltitudine presente in città. Giuseppe Flavio racconta alcuni episodi accaduti in diverse festività pasquali, in occasione delle quali l’esercito romano, con notevole spargimento di sangue, riuscì a fatica a ripristinare l’ordine: Ant. Giud., 17, 213- 218 e Guerra Giud., 2, 10- 13  (tremila persone uccise); Ant. Giud., 20, 105- 117 (ventimile persone uccise!); Guerra Giud., 2, 42; Idem. 6, 423.

 

36) Gv., 18: 3 “Giuda presa la coorte e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dei farisei, andò là con lanterne, torce ed armi”. Altro che semplice arresto di un innocuo e pacifico gruppetto di oranti…! L’episodio è trattato più approfonditamente nel cap. 9.

 

37) Sull’argomento cfr. le opere di D. Donnini (elencate in bibliografia) al quale deve essere riconosciuto il merito di un’acuta ricostruzione (che in questo capitolo è stata riproposta), nata dall’approfondimento di carattere esegetico dei racconti neotestamentari relativi all’episodio in questione.